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Rompere le uova è una newsletter che parla di scelte e diritti riproduttivi (che sono anche diritti a non riprodursi, o a farlo in tempi e modi non previsti dall'ordine costituito), senza squadre e senza opporre chi ha figli a chi non ne ha.

Se sei stancə di tutto questo dividerci in base a quello che i nostri uteri hanno o non hanno prodotto - o al fatto stesso di avercelo, un utero! - e sei in cerca di un nuovo modo di parlare di scelte e diritti riproduttivi senza dividerci tra chi ha o non ha figli e rimettendo al centro il desiderio…


Alcune cose che ti prometto di NON fare

  1. NON ti riempirò la casella di posta elettronica - no, grazie!

    Come te, anche io sono sommersa da newsletter che, per quanto interessanti, finisco per non riuscire a leggere. Quindi…

    Metto subito un un limite: da me riceverai massimo due newsletter al mese!

    ps. metto le mani avanti: nei periodi in cui il logorio della vita moderna avrà la meglio, potrebbe anche essere solo una (meglio una newsletter in meno con qualcosa da dire che una raffazzonata perché devo, giusto?).

  2. Soprattutto NON seguirò i trending topic - mi stanca anche solo scriverlo!

    In questo spazio vorrei ci prendessimo, sia io sia tu, se lo vorrai, il tempo per riflettere senza l’ansia di dover essere sul pezzo degli algoritmi.

    Quindi potrebbe succedere che nel bel mezzo del dibattito del momento sul tema diritti riproduttivi, la mia newsletter parli d’altro (al massimo, ti condividerò - a patto di trovarne - analisi illuminanti o inedite altrui).
    Perché? Preferisco inviarti un contenuto studiato e approfondito, che spammarti pensieri di pancia o riassunti raffazzonati perché devo! Questo masticare e sputare tuttologia lo lasciamo ai social, ti va?

    In questo spazio vorrei ci riappropriassimo della complessità e delle sfumature.


Perché questa newsletter si chiama Rompere le uova?

Credo che il controllo che la società cerca in ogni modo di avere sull’uso che faremo delle nostre ‘uova’, prima che la riserva ovarica - che si presume in dotazione a chi nasce biologicamente femmina - sia esausta, abbia davvero rotto tutto il frantumabile.

La storia della maternità come destino e massima realizzazione di una donna,
e con tutti i giudizi e i pregiudizi annessi, stigmatizza coloro che non hanno
o non avranno figli, e giudica anche chi ne ha.

È tempo di riprenderci le nostre uova e farne ciò che vogliamo.
Mettendo al centro il nostro desiderio.
È tempo di dirci chiaro e tondo - e di dirlo al mondo - che nessuna scelta è migliore delle altre e pretendere, insieme: Non giudicateci più!


Qualcosa in più di me…

… e soprattutto perché sono così ossessionata dal tema dei diritti riproduttivi al punto da farci una newsletter (e non solo!), lo spiego qui

Rompere le uova - L'inizio


Se pensi che questa newsletter possa essere utile a qualcunə e vuoi supportare il mio lavoro…

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People

Giornalista professionista, direttrice responsabile della testata giornalistica Roba da Donne. Scrivo di femminismo, gender gap e diritti riproduttivi.